L’agriturismo “Corte Oliani” di Umberto e Michele Oliani,
San Zeno in Valle, Villa Bartolomea - Verona
Il cuoco gli annunciava che aveva trovato un altro lavoro e se ne sarebbe andato di lì a poco. A quel punto, il giovane ha deciso di dedicarsi a tempo pieno all’agriturismo di famiglia: “Corte Oliani”, a San Zeno in Valle, frazione di Villa Bartolomea, nella pianura veronese.
È l’area delle Valli Grandi Veronesi, solcata da una fitta rete di canali e situata tra l’Adige, il Tartaro e il Po, un tempo paludosa, perché le acque non riuscivano a defluire al mare a causa della scarsa pendenza del terreno.
Solo dopo la seconda metà del XIX secolo la zona è stata bonificata ed è diventata coltivabile. Il termine “valle”, o “val”, qui, sta a indicare la terra bassa acquitrinosa e infatti “Corte Oliani” si trova in via Val Bianchi, dal nome del precedente proprietario.
Un ponticello conduce all’agriturismo e, attorno, i campi dell’azienda sono tutti coltivati con metodo biologico. Nella vicina corte vengono allevati gli animali, mentre nei casolari ristrutturati ci sono gli alloggi per gli ospiti, la cucina e la sala da pranzo. All’esterno, la piscina è perfetta per il relax estivo.
Questo sistema ha funzionato fino agli anni Ottanta, quando ha cominciato a incrinarsi, con la chiusura dei caseifici di prossimità e la progressiva concentrazione dell’attività di trasformazione.
Alla fine degli anni Novanta le attività si sono ampliate anche con la produzione di mais, soia e grano. «In quel periodo mi ero da poco diplomato come agrotecnico e avevo iniziato a interessarmi di agricoltura biologica», racconta Michele Oliani «e, con non poca insistenza, nel 1999 ho convinto nostro padre a convertire i primi cinque ettari a biologico».
«Ci mancava l'esperienza per superare il metodo di coltivazione convenzionale», continua Michele. «Ma, grazie ai fondi europei, si stavano aprendo anche i primi bandi regionali per ottenere contributi finalizzati alla conversione al biologico. Questo ci ha permesso di non abbandonare quella strada, con la garanzia che il mancato reddito dovuto all’inesperienza sarebbe stato compensato dal contributo».
«Lontano da casa, in Umbria - dice Umberto, non avremmo deciso di investire per avviare una nuova attività. La scommessa la fai sul tuo territorio e per la tua comunità. Vuoi che non si perda totalmente la memoria del passato, di quello che Michele ha visto da bambino».
«Nel 2007 abbiamo deciso di procedere con la ristrutturazione della vecchia stalla, creando una sala per le colazioni e la ristorazione. Inoltre abbiamo acquistato i terreni della corte vicina, in modo da tenere distinti gli spazi, trasferendo tutte le attività agricole e l’allevamento degli animali oltre il canale», riprende Michele.
Un passo dopo l’altro, l’agriturismo sta assumendo l’aspetto di una piattaforma multifunzionale. Nel giro di appena qualche decennio, è cambiato il mondo attorno a quest’angolo di pianura, e oggi si è tornati in un certo senso a quello che la corte era un tempo: un luogo di ritrovo e di passaggio, anche se nella frazione di San Zeno in Valle sono rimasti appena una cinquantina di abitanti. Quello di “Corte Oliani” è un piccolo ma coraggioso segnale contro lo spopolamento e l’abbandono.
Puntare sul biologico e sulla diversificazione ha consentito all’azienda di sostenersi e di non soccombere di fronte al mercato globale. «Stiamo recuperando l’identità di questa corte, un posto dove chi era in viaggio poteva dormire nelle camere dell’osteria. Abbiamo preso spunto dalla storia, per una rivisitazione del luogo in chiave moderna».
concludono. «Ma se l’idea di impresa è basata solo sul profitto, al primo momento di difficoltà non ci saranno né la forza né la volontà di andare avanti. Se invece si crede davvero in un progetto, si troverà il modo di superare gli ostacoli e realizzare il proprio sogno».