LA MAGIA DELL'ASPARAGO

La scelta ecosostenibile della società agricola “Orto Veneto”
di San Pietro Viminario, Padova

Introduzione

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L’asparago ha origine nell’antica Mesopotamia e il suo arrivo in Italia risale all’epoca di Roma, visto che questi vegetali sono citati da Catone e da Plinio il Vecchio.

«Qualcuno dice che siano una medicina naturale, per le loro molteplici virtù benefiche, ma noi preferiamo considerarli una delizia, anziché una cura. In ogni caso sono un concentrato di salute, con proprietà antiossidanti, disintossicanti e drenanti, ricchi di fibre vegetali, acido folico, sali minerali, fosforo e vitamine». Parola dei soci di Orto Veneto, azienda della provincia di Padova, specializzata nella coltivazione dell’asparago.

Un patto tra amici

Nel febbraio del 2015, le società “Frutti del Sole” di Moro, Reato e Picchioni e “L’Ortofiorito” dei fratelli Magagna hanno fondato un soggetto terzo: “Orto Veneto”, con l’obiettivo di produrre e vendere asparagi verdi in primizia. Sin dalla scelta del nome, identificativo della provenienza, c’è stata la volontà di sottolineare la propria origine. L’Italia, dopo Germania e Spagna, è il terzo produttore di asparagi in Europa.

«Non ci siamo basati solo sulla reciproca convenienza economica, ma anche su una sintonia tra noi, come persone, prima che come imprenditori e soci. La comunanza di vedute e la condivisione di idee sono ingredienti fondamentali, quando si decide di avviare un progetto», precisa Moro. «Ciascuno ha portato un pezzo di sé in azienda e l'ha arricchita con la propria storia e le proprie competenze».

Dall’incontro di tre diverse mentalità, quella di estrazione imprenditoriale, quella manageriale e quella di tradizione e competenze agricole, ha preso vita una realtà estremamente dinamica, attenta alle innovazioni e alle richieste del mercato, focalizzata su diversi elementi: efficienza energetica e sostenibilità ambientale; tecnologia, per la miglior qualità e la massima efficienza del ciclo produttivo; coltivazione biologica, per ottenere un prodotto sano e salutare.

Il segreto: scaldare la terra

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Grazie a un impianto composto da circa duecento chilometri di tubi sotterranei a circuito chiuso, in cui si fa scorrere acqua calda sotto le radici dei turioni, si può decidere quando far salire la temperatura del terreno coperto dalle serre e far percepire in anticipo alle piante il cambio di stagione.

Terminato il percorso, l’acqua, che nel frattempo si sarà raffreddata, ritorna nel serbatoio iniziale e riacquista la temperatura utile a mantenere caldo il terreno. Il meccanismo funziona per alcune settimane, fino a quando all’esterno la primavera non arriva davvero e la produzione a quel punto si sposta in campo aperto.

«Un impianto di asparagi dura circa una decina di anni e perché si mantenga in buona salute va rispettato, non bisogna prendere più di quello che il vegetale può dare. Per questo abbiamo installato un sistema di sonde inserite nel terreno, vicino alle radici, che ci consente di capire lo “stato di salute” delle radici stesse».

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Gioco di anticipo

Quelli che chiamiamo asparagi, in realtà sono i “turioni”, cioè i germogli che iniziano a crescere non appena sentono il tepore del terreno attorno alle radici e al rizoma breve e squamoso. Accade all’inizio della primavera, quando il sole è ormai alto nel cielo e, tra i venticinque e i trenta centimetri di profondità, si superano i 20°C. Il rizoma è il fusto sotterraneo, posto generalmente in posizione orizzontale, da cui si dipartono gli asparagi in cerca di luce.

«Abbiamo voluto anticipare a febbraio l'arrivo sulle nostre tavole dell’asparago, noto come il primo germoglio di primavera», dice Renzo Moro. Grazie a un sistema di riscaldamento ottenuto con l’uso di energia da fonti rinnovabili, e nello specifico il cippato di legno, la produzione in serra comincia prima che in campo.

Così, in un periodo dell’anno in cui si trovano in vendita prevalentemente asparagi di origine sudamericana, che giungono nei mercati europei dopo un lungo trasporto e spesso a oltre dieci giorni dalla raccolta, si riesce a proporre la freschezza di un prodotto locale, di coltivazione biologica, che arriva in poche ore nelle nostre case.

Un’organizzazione solida

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I cinque ci tengono a sottolineare di aver voluto creare una società di persone e non di capitali: «Crediamo in quello che facciamo e non abbiamo timore di metterci la faccia, con nomi e cognomi, né di rischiare il capitale proprio. Per questo coinvolgiamo i nostri familiari in tutti i passaggi decisionali, a garanzia di continuità, qualsiasi cosa accada, perché nessuno di noi risulti insostituibile».

C’è stato anche un grosso investimento sulla formazione e sulla motivazione dei dipendenti. Lavorare con uno schema tipico del manifatturiero, implica la suddivisione del processo produttivo in un certo numero di passaggi. L’azienda ha voluto investire anche nella sensibilizzazione sul biologico, grazie ai fondi del PSR, e condividere questa scelta con i dipendenti.

«Nel 2017, inoltre, abbiamo deciso di ampliare l'attività agricola al vigneto», riprende Moro, «e questo ci ha consentito di offrire un lavoro stabile a nove dipendenti, prima assunti solo stagionalmente. I tempi di coltivazione in serra e in campo per gli asparagi si conciliano bene con quelli in vigna. Abbiamo fatto questa scelta anche perché non volevamo rischiare di perdere i migliori lavoratori. La nostra visione imprenditoriale ci porta a investire nelle risorse umane, consapevoli che il valore della società è dato anche da chi lo rende operativo facendo un buon lavoro».

Questione di responsabilità

«Come imprenditori, non abbiamo solo la responsabilità di gestire correttamente la nostra azienda. Sentiamo forte il dovere di operare nel rispetto verso il consumatore, l'ambiente e noi stessi: da qui la scelta del biologico, dell'utilizzo di energia rinnovabile e del riuso dell’acqua».

«Per noi è importante operare in uno stato di tranquilla consapevolezza tra i soci, di solidarietà tra noi e le nostre famiglie, di rispetto del territorio e della comunità che lo vive, di grande attenzione verso chi acquista e mangia il nostro prodotto».

Società Agricola “Orto Veneto

San Pietro Viminario, Padova


MISURA ATTIVATA:
Agricoltura biologica

PRIORITA' EUROPEA:
L’intervento contribuisce alla preservazione, al ripristino e alla valorizzazione degli ecosistemi.

INTERVENTO PSR VENETO:
Conversione a pratiche per la produzione biologica.


Società Agricola Orto Veneto
San Pietro Viminario, Padova
www.primoasparago.it