26 Settembre 2018

Le prossime sfide a sostegno di un settore dinamico

L’agricoltura veneta può essere due volte buona. Non solo perché vale 6 miliardi di euro di produzione lorda, ma anche perché aiuta la ricerca scientifica. Voglio cominciare questo editoriale ricordando l’iniziativa di qualche settimana fa con Sammy Basso, in occasione della vendemmia solidale, presso l’azienda agricola Le Manzane. Lo scopo è stato quello di raccogliere fondi a favore dell’Associazione italiana progeria Sammy Basso onlus.Una testimonianza di come il mondo agricolo sia un comparto in costante evoluzione anche dal punto di vista etico e sociale.

Per quanto riguarda gli aspetti strettamente produttivi, l’agricoltura veneta dimostra di essere un settore in crescita: nell’ultimo anno il valore aggiunto prodotto dall’agricoltura veneta è aumentato del 5,6 %. Il segnale della vivacità del comparto agricolo è dato anche dal numero di imprese agricole condotte da giovani con meno di 35 anni, aumentato del 5,6% rispetto al 2016. I giovani sono l’anima dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico nel settore primario. Proprio a loro sono dedicate specifiche misure del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.  Nei primi 3 anni del ciclo di programmazione del PSR la Regione Veneto ha finanziato 1100 domande con il premio di primo insediamento, per un totale di 44 milioni di euro di aiuti erogati. Agli stessi 1100 giovani agricoltori sono stati concessi altri 58,5 milioni di euro di aiuti agli investimenti per ammodernare le aziende di cui sono diventati titolari. Non basta, infatti, sostenere la nascita di nuove imprese, bisogna anche accompagnarne i primi passi perché possano essere solide e competitive.

Per il futuro del comparto agricolo sarà determinante evitare la contrazione  delle risorse comunitarie prospettate per il ciclo programmatorio della PAC 2021-2027. Se questo si verificasse, l’agricoltura veneta sarebbe esposta al rischio di ulteriore penalizzazione finanziaria per effetto del meccanismo della “convergenza interna” nazionale. Per assicurare adeguato sostegno alle filiere regionali è necessario focalizzare gli aiuti accoppiati FEAGA secondo logiche strategiche e non meramente distributive.

Altra questione nevralgica, per l’agricoltura veneta,  è la “governance” del Piano strategico nazionale proposto dalla Commissione Europea. Così come impostate, le bozze di regolamenti, confliggono con l’ordinamento nazionale, disconoscendo il ruolo di programmazione e di gestione della materia agricola attribuito alle Regioni dalla Costituzione. È una impostazione che va subito corretta a livello europeo, e a maggior ragione alla luce delle migliori performances di efficienza e di efficacia conseguite dai programmi di sviluppo rurale regionali 2014-2020.

 

Giuseppe Pan

Assessore all’Agricoltura Caccia e Pesca

Regione del Veneto


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