9 Luglio 2019

Le Colline del Prosecco patrimonio Unesco

Questo editoriale non poteva non essere dedicato al riconoscimento tanto atteso delle Colline del Prosecco Patrimonio dell’Umanità. A Baku, capitale dell’Azerbaijan, il World Heritage Committee, chiamato ad esaminare l’iscrizione dei nuovi siti candidati per l’iscrizione al registro Unesco, ha accolto e promosso il nostro dossier, eleggendo i territori di Conegliano e Valdobbiadene il 55esimo sito italiano Patrimonio dell’Umanità e l’ottavo veneto. Un obiettivo perseguito da dieci anni e per il quale abbiamo tutti tifato perché i 97 chilometri quadrati di declivi vitati e di borghi di quelle colline rappresentano un unicum da tutelare a livello mondiale. L’Unesco ha sancito che questo paesaggio plasmato dall’attività agricola, ricco di identità, valori che si è conservato integro e autentico attraverso i secoli sia un valore da preservare  nell’interesse non solo dei trevigiani o dei veneti, ma dell’intera umanità. Un territorio di grande bellezza che generazioni di viticoltori nei secoli hanno faticosamente lavorato,  conservato protetto e strappato dai rovi.

Come si legge dalla nota diffusa dall’Ufficio Stampa del Presidente Zaia, il dossier presentato a Baku ha puntato sulla qualità del paesaggio, traendo ispirazione dall’iscrizione dell’area nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali storici del Ministero dell’Agricoltura e tenendo conto dei suggerimenti di Icomos. I consulenti scientifici del dossier della candidatura hanno evidenziato come i prodotti tipici abbiano una qualità non solo legata ai processi produttivi, ma trovano un valore aggiunto non riproducibile nel paesaggio. Nel caso del Prosecco, già dal Medioevo la struttura mezzadrile ha creato appezzamenti di piccole dimensioni che si sono mantenuti fino ai nostri giorni, creando un mosaico di piccole vigne che si inframezzano al bosco. Questa struttura, in abbinamento alle sistemazioni del terreno, in particolare ai ciglioni erbosi che si arrampicano sulle ripidissime pendici collinari, documentati almeno dal 1600, contribuisce all’unicità dell’area e alla bellezza dei luoghi.

Alle forme del paesaggio si associano poi le architetture degli impianti viticoli e le tecniche di allevamento, le quali, come nel caso della Bellussera, inventata a Tezze di Piave a fine Ottocento, conferiscono ulteriori elementi di diversificazione ed unicità rispetto ai paesaggi viticoli già candidati nella World Heritage List. La candidatura del Prosecco appare, al momento, l’unica, fra i siti viticoli iscritti nel Worl Heritage, a puntare sul paesaggio. Altro elemento fondamentale per il successo della candidatura è stata la capacità della Regione Veneto di mettere in piedi una struttura organizzativa ed un gruppo di lavoro molto efficienti, che in un tempo limitatissimo hanno realizzato un dossier davvero convincente.

 

Giuseppe Pan

Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca

Regione del Veneto


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